Rinviare l’allenamento è un’abitudine più comune di quanto si voglia ammettere. Nonostante la consapevolezza diffusa sui benefici dell’attività fisica – dal miglioramento della salute cardiovascolare al potenziamento dell’umore – molti trovano sempre una buona ragione per evitare di muoversi. Ma quanto sono valide queste motivazioni? E, soprattutto, come è possibile superarle senza sensi di colpa, ma con consapevolezza?
Scusa n. 1: il maltempo
Piove, fa freddo, c’è vento: condizioni atmosferiche avverse diventano facilmente il pretesto perfetto per restare in casa. Tuttavia, la scienza e il buon senso ci ricordano che esistono valide alternative al training outdoor.
Come smontarla: l’allenamento indoor è oggi più accessibile che mai. Bastano pochi metri quadrati e una connessione internet per seguire sessioni di home workout, yoga o allenamento funzionale. Anche una semplice camminata veloce al coperto – in corridoio o su una cyclette – mantiene attivo il metabolismo. Il maltempo è una variabile esterna, ma la motivazione resta una responsabilità personale.
Scusa n. 2: il caldo eccessivo
L’afa estiva riduce la voglia di muoversi. Allenarsi sotto alte temperature può risultare sfiancante, e in alcuni casi controproducente.
Come smontarla: la chiave è adattare orario e intensità dell’allenamento. Scegliere le ore più fresche – al mattino presto o dopo il tramonto – e prediligere ambienti ventilati o climatizzati consente di continuare la routine senza rischi. L’idratazione, inoltre, diventa fondamentale: bere acqua prima, durante e dopo l’attività fisica riduce la percezione dello sforzo e previene la disidratazione.
Scusa n. 3: brutta giornata al lavoro
Stress, stanchezza mentale, conflitti con colleghi: la giornata è andata male e l’idea di muoversi sembra insostenibile.
Come smontarla: è proprio in questi momenti che l’allenamento offre i maggiori benefici. L’attività fisica stimola la produzione di endorfine e serotonina, neurotrasmettitori che migliorano l’umore e riducono lo stress. Anche solo 20 minuti di camminata o esercizi leggeri possono trasformarsi in una valvola di sfogo efficace e salutare.
Scusa n. 4: il divano chiama
Il comfort domestico, soprattutto dopo una giornata intensa, ha un potere attrattivo quasi ipnotico.
Come smontarla: la strategia migliore è quella della “minima resistenza”: vestirsi per l’allenamento prima ancora che la tentazione del divano prenda il sopravvento. Programmare sessioni brevi – anche solo 10-15 minuti – rende più facile cominciare, e spesso, una volta iniziato, si è portati a proseguire. La costanza, anche in piccole dosi, crea abitudine.
Scusa n. 5: qualcosa non va (ascolta il corpo, ma non fermarti!)
Mal di testa, senso di spossatezza, ciclo mestruale: segnali che il corpo manda e che meritano attenzione.
Come smontarla: è fondamentale distinguere tra sintomi che richiedono riposo e segnali passeggeri. L’ascolto del corpo è essenziale, ma non sempre significa immobilità. In molti casi, attività leggere come stretching, mobilità articolare o camminata possono favorire il benessere senza affaticare. In caso di dubbio, consultare un medico è sempre la scelta più prudente.
Scusa n. 6: troppi impegni
La mancanza di tempo è tra le giustificazioni più frequenti. La vita moderna impone ritmi serrati tra lavoro, famiglia, incombenze quotidiane.
Come smontarla: il tempo per l’attività fisica non si trova, si crea. Anche solo 15-20 minuti al giorno, se ben strutturati, possono produrre risultati tangibili. È utile pensare all’allenamento non come a un’attività da “incastrare”, ma come a un appuntamento fisso con la propria salute, al pari di una riunione o una visita medica.
Scusa n. 7: inizio lunedì!
Il rinvio sistematico all’inizio della settimana è una forma di procrastinazione mascherata da buona intenzione.
Come smontarla: non esiste un giorno giusto per iniziare, ma solo il momento presente. Ogni giornata persa è un’opportunità mancata di miglioramento. L’azione, anche minima, è il primo passo verso il cambiamento. Iniziare oggi, anche solo con cinque minuti di attività, rompe il circolo vizioso dell’attesa.
Scusa n. 8: periodo di festività
Natale, Pasqua, ferie estive: i periodi festivi portano con sé ritmi alterati e sedentarietà diffusa.
Come smontarla: proprio in questi momenti è essenziale mantenere un minimo di attività fisica per evitare un drastico calo di energia e tonicità. Non serve un allenamento completo: camminate, giochi attivi con i bambini, qualche esercizio a corpo libero possono fare la differenza. Includere amici o familiari può inoltre trasformare l’allenamento in un momento di condivisione.
Scusa n. 9: muscoli indolenziti
Il dolore muscolare a insorgenza ritardata (DOMS) è frequente soprattutto dopo i primi allenamenti o dopo esercizi intensi.
Come smontarla: l’indolenzimento non è un segnale di danno, ma un indicatore del lavoro svolto. Interrompere l’attività in questi casi rischia di vanificare i progressi. La soluzione è scegliere un’attività più leggera, come yoga, camminata o esercizi di mobilità, per favorire la circolazione sanguigna e accelerare il recupero. Il movimento, in questi casi, è parte della terapia. In alternativa, si può ricorrere ad integratori pre allenamento che consentono di arrivare meglio preparati ad una settimana con sessioni sportive più intense.
Scusa n. 10: costa troppo
Abbonamenti in palestra, attrezzature, abbigliamento tecnico: l’idea dell’attività fisica come spesa elevata è diffusa.
Come smontarla: il movimento non ha bisogno di investimenti significativi. Camminare, correre, fare esercizi a corpo libero sono attività gratuite ed efficaci. Online esistono numerose risorse – video, programmi, app gratuite – che consentono di allenarsi in autonomia. Anche un parco pubblico può diventare una palestra a cielo aperto.
Ogni scusa per evitare l’allenamento contiene una componente reale e una componente emotiva. Riconoscerle è il primo passo per superarle. La chiave è costruire un rapporto con l’attività fisica che non sia fondato sul dovere o sul senso di colpa, ma sulla cura di sé e sulla consapevolezza del proprio benessere psicofisico. Il movimento non è un obbligo: è un’opportunità quotidiana di investire su se stessi. E ogni giorno è quello giusto per iniziare.