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5 semplici passi per ridurre il grasso corporeo

5 semplici passi per ridurre il grasso corporeo

l desiderio di migliorare la propria composizione corporea, riducendo il grasso in eccesso e mettendo in risalto la massa muscolare, è un obiettivo comune per molti, non solo per ragioni estetiche, ma soprattutto per i profondi benefici che ne derivano per la salute e il benessere generale. Intraprendere un percorso per ridurre il grasso corporeo significa abbracciare un approccio scientifico e sostenibile, lontano da diete estreme o soluzioni rapide e spesso inefficaci. 

Dalla comprensione della tua attuale percentuale di grasso, alla definizione di un deficit calorico intelligente, passando per l'importanza dell'allenamento mirato e l'arte del recupero, scoprirai come trasformare il tuo corpo in modo efficace e duraturo.

Comprendere la tua percentuale di grasso corporeo

Prima di intraprendere qualsiasi percorso di riduzione del grasso corporeo, è fondamentale stabilire un punto di partenza oggettivo. Comprendere la propria percentuale di grasso corporeo attuale non è solo un dato numerico, ma una bussola che ti guiderà nella definizione degli obiettivi e nel monitoraggio dei progressi. Il peso sulla bilancia, da solo, può essere fuorviante, poiché non distingue tra massa grassa, massa muscolare, acqua e ossa. Due individui con lo stesso peso possono avere composizioni corporee radicalmente diverse e, di conseguenza, esigenze e obiettivi differenti.

Esistono diversi metodi per misurare la percentuale di grasso corporeo, ognuno con i propri pro e contro in termini di accuratezza, costo e praticità:

  1. plicometria: questo metodo prevede l'utilizzo di un plicometro per misurare lo spessore delle pliche cutanee in specifici punti del corpo (es. tricipite, sottoscapolare, addome). Le misurazioni vengono poi inserite in formule matematiche per stimare la percentuale di grasso. È un metodo relativamente economico e pratico, ma la sua accuratezza dipende molto dall'esperienza dell'operatore.
  2. bioimpedenziometria (BIA): la BIA è un metodo non invasivo che utilizza una debole corrente elettrica che attraversa il corpo. Poiché il grasso e la massa magra hanno una diversa conduttività elettrica, il dispositivo può stimare la composizione corporea. Esistono bilance impedenziometriche domestiche, ma per risultati più accurati è consigliabile rivolgersi a professionisti che utilizzano apparecchiature più sofisticate.
  3. DEXA (Dual-energy X-ray Absorptiometry): considerata uno dei metodi più precisi e affidabili, la DEXA utilizza raggi X a bassa dose per misurare la densità ossea, la massa magra e la massa grassa in diverse regioni del corpo. È un esame costoso e richiede l'accesso a strutture mediche specializzate.
  4. pesata idrostatica (o pesata subacquea): un tempo considerato il "gold standard", questo metodo misura la densità corporea immergendo completamente l'individuo in acqua. La precisione è elevata, ma è un metodo complesso e poco pratico per la maggior parte delle persone.
  5. misurazione delle circonferenze: sebbene meno precisa, la misurazione delle circonferenze di vita, fianchi, braccia e gambe può fornire un'indicazione generale della composizione corporea e dei cambiamenti nel tempo. È un metodo semplice e a costo zero per monitorare i progressi.

Comprendere la propria percentuale di grasso corporeo ti permette di:

  • definire obiettivi realistici: sapere da dove parti ti aiuta a stabilire un obiettivo raggiungibile e sano.
  • monitorare i progressi: la percentuale di grasso corporeo è un indicatore più affidabile del peso sulla bilancia per valutare l'efficacia del tuo percorso.
  • personalizzare la strategia: le esigenze caloriche e di allenamento possono variare in base alla composizione corporea iniziale.

Ricorda che esistono range di percentuale di grasso corporeo considerati sani per uomini e donne, che variano anche in base all'età e al livello di attività fisica. Consultare un professionista della nutrizione o un personal trainer può aiutarti a interpretare i tuoi dati e a stabilire obiettivi appropriati per la tua salute.

Stabilire un deficit calorico sostenibile

Il principio cardine per la riduzione del grasso corporeo è la creazione di un deficit calorico. In termini semplici, ciò significa consumare meno calorie di quelle che il corpo brucia. Quando il corpo non riceve sufficiente energia dalla dieta, è costretto ad attingere alle proprie riserve, principalmente il grasso corporeo, per soddisfare il fabbisogno energetico. Tuttavia, la chiave del successo a lungo termine non è creare un deficit calorico drastico, ma uno sostenibile.

Un deficit calorico troppo aggressivo, ottenuto con diete ipocaloriche estreme, può portare a una rapida perdita di peso iniziale, ma spesso a scapito della massa muscolare e con conseguenze negative sul metabolismo. Il corpo, percependo una "carestia", tende a rallentare il metabolismo per conservare energia, rendendo più difficile la perdita di grasso nel lungo periodo e aumentando il rischio di effetto yo-yo una volta interrotta la dieta.

Un deficit calorico sostenibile si attesta generalmente tra le 300 e le 500 calorie al giorno rispetto al tuo fabbisogno calorico di mantenimento. Questo approccio consente una perdita di peso graduale e costante (circa 0.5-1 kg a settimana), che è più realistica e salutare. Una perdita di peso più lenta aiuta a preservare la massa muscolare, fondamentale per mantenere un metabolismo attivo e per un aspetto tonico.

Per creare un deficit calorico sostenibile, puoi agire su due fronti:

  • riduzione dell'apporto calorico: scegliendo alimenti a bassa densità calorica ma ricchi di nutrienti (frutta, verdura, proteine magre, cereali integrali).
  • aumento del dispendio calorico: attraverso l'esercizio fisico regolare.

È importante monitorare i progressi e, se la perdita di peso si arresta, ricalibrare il deficit calorico. La sostenibilità è la chiave: il deficit deve essere tale da non farti sentire costantemente affamato o privato, permettendoti di mantenere il piano nel tempo.

Calcolare il proprio fabbisogno calorico

Per stabilire un deficit calorico sostenibile, il primo passo pratico è calcolare il proprio fabbisogno calorico di mantenimento. Questo rappresenta il numero di calorie che il tuo corpo necessita quotidianamente per mantenere il peso attuale, considerando il tuo metabolismo basale e il livello di attività fisica.

Il calcolo può essere suddiviso in due fasi:

  1. calcolo del metabolismo basale (MB): il metabolismo basale è la quantità di calorie che il tuo corpo brucia a riposo per sostenere le funzioni vitali (respirazione, circolazione, mantenimento della temperatura corporea). Esistono diverse formule per stimarlo, tra cui la più comune è la formula di Mifflin-St Jeor:
    • per gli uomini: MB = (10 x peso in kg) + (6.25 x altezza in cm) - (5 x età in anni) + 5
    • per le donne: MB = (10 x peso in kg) + (6.25 x altezza in cm) - (5 x età in anni) - 161
  2. applicazione del fattore di attività fisica (PAL - Physical Activity Level): il metabolismo basale deve essere moltiplicato per un fattore che tenga conto del tuo livello di attività fisica quotidiana.
    • sedentario (poco o nessun esercizio): MB x 1.2
    • leggermente attivo (esercizio leggero 1-3 giorni/settimana): MB x 1.375
    • moderatamente attivo (esercizio moderato 3-5 giorni/settimana): MB x 1.55
    • molto attivo (esercizio intenso 6-7 giorni/settimana): MB x 1.725
    • estremamente attivo (esercizio molto intenso quotidiano o lavoro fisico): MB x 1.9

Il risultato di questo calcolo ti darà una stima del tuo fabbisogno calorico totale giornaliero (TDEE - Total Daily Energy Expenditure), ovvero le calorie necessarie per mantenere il tuo peso attuale.

Una volta ottenuto il TDEE, per creare un deficit calorico sostenibile, dovrai sottrarre da 300 a 500 calorie. Ad esempio, se il tuo TDEE è di 2500 calorie, un deficit di 500 calorie ti porterebbe a un obiettivo di 2000 calorie al giorno per la perdita di grasso.

È importante ricordare che queste formule forniscono una stima. Il metabolismo individuale può variare, e fattori come la composizione corporea (più massa muscolare = MB più alto) possono influenzare il fabbisogno reale. Monitorare i progressi (peso, misurazioni, percentuale di grasso) e apportare piccoli aggiustamenti è fondamentale per trovare il tuo punto ottimale.

Allenamento mirato: forza e resistenza

Per ridurre il grasso corporeo in modo efficace e sostenibile, l'allenamento non dovrebbe limitarsi alla sola attività cardiovascolare. Un programma di allenamento mirato che combini esercizi di forza e resistenza (cardio) è la strategia più potente.

L'allenamento di forza (o allenamento con i pesi) è cruciale per diversi motivi:

  • preservazione e aumento della massa muscolare: durante un deficit calorico, il corpo tende a perdere sia grasso che massa muscolare. L'allenamento di forza segnala al corpo di mantenere il tessuto muscolare, e in alcuni casi, di aumentarlo. Più massa muscolare si ha, più alto sarà il metabolismo basale, poiché il muscolo brucia più calorie del grasso anche a riposo.
  • aumento del dispendio calorico post-allenamento (EPOC): l'allenamento di forza intenso provoca un maggiore effetto EPOC (Excess Post-exercise Oxygen Consumption) rispetto al cardio a intensità moderata. Ciò significa che il corpo continua a bruciare calorie a un ritmo elevato anche per ore dopo la fine dell'allenamento.
  • miglioramento della composizione corporea: l'allenamento di forza scolpisce il corpo, migliorando la forma e la tonicità muscolare, il che contribuisce a un aspetto più atletico e definito.

L'allenamento di resistenza (cardio) è fondamentale per:

  • bruciare calorie durante l'attività: il cardio è un modo efficiente per aumentare il dispendio calorico durante la sessione di allenamento.
  • migliorare la salute cardiovascolare: rafforza il cuore e i polmoni, migliorando la resistenza generale e la capacità di recupero.
  • diversificare lo stimolo: alternare sessioni di forza e cardio, o combinarle, offre uno stimolo più completo e previene la monotonia.

Un programma efficace potrebbe prevedere 3-4 sessioni settimanali di allenamento di forza (con esercizi multiarticolari come squat, stacchi, panca, trazioni) e 2-3 sessioni settimanali di cardio. Il cardio può essere a intensità moderata e costante (es. camminata veloce, jogging) o ad alta intensità intervallata (HIIT), che è particolarmente efficace per bruciare grassi e migliorare la resistenza. La chiave è la progressione: aumentare gradualmente il carico, il volume o l'intensità per continuare a sfidare il corpo e stimolare l'adattamento.

Considerare una pausa strategica (refeed)

Nel percorso di riduzione del grasso corporeo, specialmente quando si protrae per diverse settimane o mesi, il corpo può adattarsi al deficit calorico, rallentando il metabolismo e rendendo più difficile la perdita di peso. Per contrastare questo adattamento e rinvigorire il processo, può essere utile considerare una pausa strategica, spesso chiamata "refeed" o "dieta inversa".

Un refeed è un breve periodo (tipicamente 12-48 ore) in cui si aumenta significativamente l'apporto calorico, principalmente attraverso i carboidrati, mantenendo le proteine elevate e i grassi relativamente bassi. L'obiettivo non è "sgarrare", ma fornire uno stimolo fisiologico e psicologico.

I benefici di un refeed includono:

  • ripristino dei livelli di leptina: la leptina, l'ormone della sazietà, tende a diminuire durante un deficit calorico prolungato, segnalando al cervello uno stato di "fame" e rallentando il metabolismo. Un refeed può aiutare a ripristinare i livelli di leptina, rinvigorendo il metabolismo e riducendo la sensazione di fame.
  • ripristino delle riserve di glicogeno: un deficit calorico prolungato può svuotare le riserve di glicogeno muscolare ed epatico. Un refeed ricco di carboidrati le ripristina, migliorando la performance negli allenamenti successivi e la sensazione di energia.
  • benefici psicologici: una pausa dalla restrizione calorica può essere estremamente benefica per la motivazione e la compliance al piano alimentare. Aiuta a ridurre la "fatica da dieta" e a prevenire attacchi di fame incontrollabili.
  • aumento della termogenesi: l'aumento dell'apporto calorico, in particolare di carboidrati, può temporaneamente aumentare il dispendio energetico del corpo.

La frequenza e la durata dei refeed dipendono da diversi fattori, come la percentuale di grasso corporeo iniziale, la durata del deficit calorico e la risposta individuale. Per individui con una percentuale di grasso corporeo più elevata, i refeed potrebbero essere meno frequenti (es. ogni 2-4 settimane). Per chi è già a una percentuale di grasso bassa e sta cercando di scendere ulteriormente, potrebbero essere più frequenti (es. una volta a settimana).

È fondamentale che il refeed sia strategico e controllato, non un'occasione per mangiare senza limiti. L'obiettivo è fornire un picco di carboidrati e calorie per un breve periodo, non annullare i progressi fatti. La pianificazione con un professionista della nutrizione è consigliabile per implementare i refeed in modo efficace e sicuro, evitando che si trasformino in episodi di overeating.

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