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Intolleranza al lattosio: una guida completa

Collaboratore
23 Agosto 2023
Scopri tutto ciò che c'è da sapere sull'intolleranza al lattosio, dai sintomi all'alimentazione consigliata, e ai prodotti adatti a chi ne soffre.
Il lattosio è un disaccaride presente in molti alimenti, ma per alcune persone può causare fastidiosi sintomi. Ecco tutto ciò che devi sapere.

Cos'è il lattosio?

Il lattosio è un tipo di zucchero, o più specificamente un disaccaride, composto da due monosaccaridi: glucosio e galattosio. Questo lo rende unico e diverso da altri zuccheri semplici che potresti conoscere, come il fruttosio trovato nella frutta o il saccarosio nel tavolo comune.

La principale fonte naturale di lattosio è il latte e i prodotti lattiero-caseari come lo yogurt e i formaggi freschi. La presenza del lattosio conferisce a questi alimenti una dolcezza delicata e svolge un ruolo chiave nella loro struttura e texture. È grazie al lattosio che molti prodotti lattiero-caseari hanno la loro caratteristica cremosità e densità.

Nell'industria alimentare, il lattosio viene spesso utilizzato come ingrediente o additivo. Questo può essere dovuto non solo alla sua dolcezza, ma anche alle sue proprietà igroscopiche, che aiutano a mantenere l'umidità nei prodotti alimentari, come caramelle, cioccolato al latte e prodotti da forno. La sua versatilità lo rende un ingrediente prezioso in molte preparazioni, offrendo sia benefici funzionali che organolettici.

Come si manifesta l'intolleranza al lattosio?

L'intolleranza al lattosio si verifica quando il corpo non produce una quantità sufficiente dell'enzima chiamato lattasi, essenziale per scomporre e assorbire il lattosio nell'intestino tenue. Questa carenza può essere dovuta a fattori genetici, invecchiamento o ad alcune condizioni gastrointestinali.

Quando il lattosio non viene adeguatamente digerito a causa di questa mancanza di lattasi, passa nell'intestino crasso, dove diventa cibo per la flora batterica residente. Questa fermentazione batterica produce una serie di gas, come metano e idrogeno, e altri metaboliti. Questi prodotti della fermentazione sono responsabili dei sintomi associati all'intolleranza al lattosio.

I sintomi possono variare in gravità da persona a persona e dipendono dalla quantità di lattosio ingerita e dalla quantità di lattasi che l'intestino produce. I sintomi più comuni sono:
  • Meteorismo: gonfiore e distensione dell'addome a causa dell'accumulo di gas.
  • Dolori addominali: spesso descritti come crampi o coliche, possono variare da leggeri a intensi.
  • Diarrea: causata dall'effetto osmotico del lattosio non digerito, che attira l'acqua nell'intestino crasso.
Altri sintomi possono includere flatulenza, rumori intestinali (borborigmi) e, in alcuni casi, stitichezza. L'insorgenza dei sintomi può avvenire entro poche ore dall'assunzione di lattosio, ma la loro durata e intensità variano a seconda dell'individuo e della quantità di lattosio consumata.

Diagnosi dell'intolleranza al lattosio

La diagnosi dell'intolleranza al lattosio richiede un approccio medico accurato, poiché i sintomi possono sovrapporsi a quelli di altre condizioni gastrointestinali. Pertanto, è essenziale escludere altre possibili cause prima di arrivare a una diagnosi definitiva.

Il test del respiro, o "breath test", è uno degli esami diagnostici più diffusi e affidabili per identificare l'intolleranza al lattosio. Durante questo test, al paziente viene chiesto di bere una soluzione contenente lattosio. Successivamente, in intervalli regolari, viene raccolto un campione dell'aria espirata per misurare la quantità di idrogeno. Una produzione elevata di idrogeno indica che il lattosio non è stato digerito e assorbito correttamente nell'intestino tenue ed è passato nell'intestino crasso, dove viene fermentato dai batteri.

L'esame genetico è un altro metodo per diagnosticare l'intolleranza al lattosio. Questo test determina se una persona ha variazioni genetiche associate alla produzione ridotta di lattasi. Mentre questo test può indicare una predisposizione all'intolleranza al lattosio, non può prevedere con certezza se una persona avrà sintomi o meno.

In alcuni casi, per avere una diagnosi più chiara, i medici potrebbero consigliare al paziente di eliminare temporaneamente il lattosio dalla dieta e poi reintrodurlo, osservando se i sintomi si manifestano nuovamente.

È importante ricordare che la diagnosi dovrebbe essere eseguita sotto la supervisione di un medico, in quanto l'auto-diagnosi o la diagnosi basata esclusivamente sui sintomi potrebbe non essere accurata e portare a conclusioni errate o trattamenti inappropriati.

Gestire l'intolleranza

Gestire l'intolleranza al lattosio richiede una comprensione e un'adattabilità, in quanto l'intensità dei sintomi può variare da persona a persona e in base alla quantità di lattosio ingerito. Una delle misure più efficaci per gestire questa condizione è l'adattamento della dieta. Questo potrebbe includere la limitazione o l'eliminazione di prodotti lattiero-caseari o la scelta di prodotti privi di lattosio o delattosati.

Oggi il mercato offre una vasta gamma di alternative senza lattosio, dai latti vegetali come soia, mandorla o avena, ai prodotti lattiero-caseari specificamente formulati senza lattosio. Ciò ha reso la gestione dell'intolleranza al lattosio molto più semplice e meno restrittiva di quanto fosse in passato.

Per coloro che desiderano consumare prodotti lattiero-caseari ma hanno una tolleranza limitata al lattosio, gli integratori a base di lattasi possono essere un'opzione utile. Questi integratori contengono l'enzima lattasi che aiuta a scomporre il lattosio, rendendo più facile la sua digestione e assorbimento. Sono particolarmente utili per persone con intolleranze non gravi o per quelle occasioni in cui evitare completamente il lattosio potrebbe essere difficile. Tuttavia, è sempre consigliabile consultare un medico o un nutrizionista prima di iniziare qualsiasi supplemento.

Un'attenta lettura delle etichette degli alimenti è fondamentale. Molti prodotti, anche quelli non lattiero-caseari, possono contenere lattosio come additivo o ingrediente, quindi è essenziale diventare diligenti nel controllare gli ingredienti.

Ricordate, la chiave per gestire l'intolleranza al lattosio è la consapevolezza, l'educazione e la prontezza ad adattare la propria dieta secondo le proprie esigenze individuali.

Normative e etichettatura in italia

In Italia, come in molti paesi dell'UE, l'etichettatura degli alimenti è regolamentata da specifiche direttive e normative che mirano a garantire trasparenza e protezione per i consumatori. Per quanto riguarda l'intolleranza al lattosio, l'etichettatura gioca un ruolo cruciale nell'aiutare i consumatori a fare scelte informate.

Secondo le norme vigenti, l'indicazione "senza lattosio" può essere utilizzata per latti e prodotti lattiero-caseari, ma anche per altri prodotti che contengono ingredienti e/o additivi lattei, purché presentino un residuo di lattosio inferiore a 0,1 g per 100 g o 100 ml. Questo dettaglio fornisce una certa flessibilità ai produttori, ma al contempo assicura che i prodotti siano sicuri per coloro che presentano intolleranze. Ad esempio, un formaggio stagionato potrebbe avere un contenuto di lattosio naturalmente ridotto a causa del processo di stagionatura e potrebbe, quindi, riportare sull'etichetta l'indicazione "senza lattosio", se rispetta il limite stabilito.

Inoltre, per fornire una visione più chiara al consumatore, molti prodotti che hanno subito un processo di delattosazione riportano specifiche indicazioni, come "Il prodotto contiene glucosio e galattosio in conseguenza della scissione del lattosio". Questa precisazione aiuta a chiarire che, sebbene il lattosio sia stato scisso, i suoi componenti - glucosio e galattosio - sono ancora presenti.

Per gli alimenti che non contengono ingredienti lattei di origine, le normative italiane permettono l'utilizzo dell'indicazione "naturalmente privo di lattosio", a patto che rispettino le condizioni previste dall’articolo 7 del regolamento (UE) 1169/2011. Facciamo un esempio pratico: una bevanda a base di mandorle non contiene lattosio in quanto le mandorle sono naturalmente prive di questo zucchero. Di conseguenza, la bevanda può essere etichettata come "naturalmente priva di lattosio".

Complessivamente, la normativa italiana in materia di etichettatura garantisce che i consumatori ricevano informazioni accurate e comprensibili, permettendo loro di fare scelte sicure e informate in relazione alla loro dieta e alle loro esigenze di salute.

Alimenti ad alto e basso contenuto di lattosio

Quando si tratta di gestire l'intolleranza al lattosio, è fondamentale conoscere quali alimenti hanno un alto contenuto di lattosio e quali ne hanno poco o niente. Questa consapevolezza può aiutare a fare scelte alimentari informate e a evitare potenziali sintomi sgradevoli.

Alimenti ad alto contenuto di lattosio:

  1. Latte fresco: Questo è l'alimento principale da cui deriva il lattosio, indipendentemente dal fatto che sia intero, parzialmente scremato o scremato.
  2. Yogurt: Anche se alcuni yogurt possono avere un contenuto di lattosio leggermente ridotto a causa dei fermenti lattici, nella maggior parte dei casi, contengono ancora una quantità significativa di lattosio.
  3. Gelato: Soprattutto se fatto principalmente con latte o panna.
  4. Formaggi freschi: Come ricotta, mascarpone e formaggi spalmabili.
  5. Burro: Anche se in quantità minori rispetto ad altri prodotti lattiero-caseari, il burro contiene comunque lattosio.
  6. Prodotti da forno: Molti dolci, biscotti e torte contengono latte o derivati, rendendoli fonti di lattosio.

Alimenti a basso o nullo contenuto di lattosio:

  1. Formaggi stagionati: Come il Parmigiano Reggiano, il Pecorino e il Cheddar. La stagionatura riduce naturalmente il contenuto di lattosio.
  2. Latti vegetali: Bevande a base di soia, mandorla, avena, riso e altri cereali o legumi sono naturalmente prive di lattosio.
  3. Burro chiarificato o ghee: Durante il processo di chiarificazione, il lattosio viene rimosso.
  4. Prodotti specifici "senza lattosio" o "delattosati": Questi prodotti sono stati specificamente trattati per rimuovere o ridurre il lattosio.
  5. Carni e pesce fresco: Non contengono lattosio a meno che non siano stati preparati o marinati con ingredienti che contengono lattosio.
È sempre essenziale leggere attentamente le etichette degli alimenti, in quanto molti prodotti trasformati possono contenere lattosio come additivo o conservante. Con la giusta conoscenza e attenzione, è possibile gestire efficacemente l'intolleranza al lattosio e godersi una dieta equilibrata e gustosa.

Conclusioni

L'intolleranza al lattosio può influire sulla qualità della vita, ma grazie alla crescente consapevolezza e alle opzioni disponibili sul mercato, è possibile gestire i sintomi e godersi una dieta varia ed equilibrata.

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